Fuori dal coro per il bene del Ticino

Quella che andremo a votare il prossimo 27 settembre è una delle iniziative più importanti degli ultimi anni con cui sarà confrontato il popolo svizzero. Questa citata importanza va poi moltiplicata per 10 quando si parla del canton Ticino. Il solo titolo «per un’immigrazione moderata» sorprende in quanto questa logica disposizione, dovrebbe infatti essere applicata automaticamente senza leggi o imposizioni; ma purtroppo in Svizzera così non è. L’iniziativa chiede che sia la Svizzera a disciplinare autonomamente l’immigrazione degli stranieri e nessun altro accordo europeo; inoltre non potranno più essere conclusi nuovi trattati internazionali o assunti altri nuovi obblighi che accordino una libera circolazione delle persone a cittadini stranieri. Sostenere questa iniziativa è d’obbligo soprattutto per il nostro cantone, dove abbiamo ormai percentualmente più disoccupati che nella vicina Lombardia; questa differenza tende inoltre ad ampliarsi considerato come chi esce dal diritto delle indennità di disoccupazione ha da noi altri ammortizzatori sociali (assistenza, AI o altro). Questa iniziativa esula da direttive partitiche, qui deve prevalere il buon senso a salvaguardia dei nostri concittadini e dei loro posti di lavoro.

Dall’introduzione della totale libera circolazione delle persone con l’UE (2007) c’è un’immigrazione in Svizzera smisurata e incontrollata. Annualmente giungono nel nostro Paese circa 70.000 persone in più di quante lo lascino. A ciò si aggiunge il fatto che praticamente la metà dei beneficiari di aiuto sociale è straniera. Di conseguenza, le spese per l’aiuto sociale dei Comuni stanno raggiungendo livelli insostenibili. Da sempre, tutto quanto «scimmiottava» l’Europa mi ha visto al fronte allo scopo di arginare questo fenomeno tanto caro ad alcuni politici di vertice. Anche questa volta, per i motivi espressi, esprimo un personale convinto sì a questa iniziativa di buon senso ma soprattutto di grande importanza per il nostro cantone.

Fabio Schnellmann
deputato PLR in Gran Consiglio

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